Il personale dell’azienda con stabilimento a Parona ha incontrato Riccardo Pittis, grande campione di pallacanestro e allenatore di manager vincenti

Un'azienda gioca ogni giorno una partita decisiva per il proprio futuro, che decreterà alla fine della "stagione" la propria promozione o retrocessione, esattamente come accade per le squadre sportive. E gli esiti di questa partita dipenderanno, in azienda come nello sport, dalla capacità di gestire la motivazione dei dipendenti-giocatori, la leadership dei capi, l’abilità di comunicare, in sostanza tutti gli aspetti che riguardano i rapporti fra le persone, sia nello spogliatoio che sul campo di gioco. Questo il presupposto dell'incontro fra la squadra di Intals - rappresentata da una sessantina di persone provenienti da tutti i livelli e settori dell’azienda - e un allenatore molto particolare, Riccardo Pittis, ex campione della pallacanestro italiana che per vent'anni è stato ai massimi livelli di questo sport e adesso si occupa di trasferire al mondo delle aziende le logiche che fanno funzionare e vincere una squadra, che sia di giocatori o di manager.

Intals è una delle più importanti realtà italiane nel settore dell’alluminio secondario, cioè quello che proviene da precedenti utilizzi, invece di essere ricavato dai giacimenti naturali: l’attività dell’azienda con stabilimento a Parona consiste quindi nel trattare i rottami di alluminio che vengono dalla raccolta differenziata, in modo da poterli fondere per produrre lingotti in leghe di alluminio che saranno poi utilizzati per realizzare nuovi oggetti, grazie alla proprietà di questo metallo di essere completamente riciclabile. Si tratta quindi di industria pesante, un mondo fatto di grandi macchinari e imponenti forni in cui sembra che unico protagonista sia il metallo che ogni giorno viene fuso a tonnellate. Invece Intals è ben consapevole che il vero motore di tutta questa attività è sempre e comunque l’elemento umano. Sono le persone che “danno un’anima” all’azienda, che rendono questo lavoro stimolante e appassionante, che ne costruiscono il successo. Questa profonda convinzione dell’importanza della componente umana e dei rapporti interpersonali sta alla base del ricco programma di formazione che l’azienda di Parona organizza ogni anno per tutti i suoi dipendenti, e in particolare di una giornata come questa con Pittis in cui ci si ritrova tutti insieme a riflettere su cosa significhi far parte di una squadra vincente.

Fra le tante idee interessanti di cui si è parlato, una che ha colpito in modo particolare è stata quella della gestione della sconfitta come passo imprescindibile per imparare a vincere. Il punto di partenza è che capita a tutti di perdere, anche ai grandi campioni, se non altro per un fatto statistico: solo uno può arrivare primo, dal secondo in poi hanno tutti perso. Saper accettare la sconfitta vuol dire prendersene la responsabilità, non cercare alibi né dare la colpa agli altri o alle circostanze. Men che meno parlare di sfortuna. Una brillante definizione che Riccardo Pittis ha riportato dice che la fortuna è un dividendo del sudore: più sudi, più diventi fortunato… Per un vincente non esiste né la fortuna né la sfortuna, bisogna accettare la responsabilità degli errori che si sono commessi, capirne le cause e poi lavorare con determinazione, disciplina e passione per eliminarle. Questa è la mentalità vincente, un atteggiamento e un’abitudine che vanno allenati, una predisposizione alla vittoria che contraddistingue i campioni ma che non è necessariamente innata, può essere appresa.

Ascoltando Riccardo Pittis parlare si capisce che un grande campione di solito è anche un uomo eccezionale, tutto quello che dice lo ha vissuto direttamente, non si tratta di teorie manageriali astratte ma di anni e anni di lavoro e di fatica, vissuti a contatto con dei grandi maestri, in una squadra che voleva e sapeva vincere. Il mondo delle aziende ha molte analogie con quello dello sport, anche se le dinamiche sono sicuramente più complesse e articolate: la sfida che Intals ha lanciato alla propria squadra, dopo tanti anni di successi, è di continuare ad alimentare, di generazione in generazione, quell’entusiasmo e quella passione che sono i veri motori della vittoria.

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